La Chiesa dell'Addolorata è, senza dubbio, una delle più preziose testimonianze d'arte che possa vantare la nostra città. Costruita tra il 1828/29 e il 1841 e ampliata e abbellita a partire dal 1862, la chiesa si propone come un'opera ispirata a una sintesi degli stili neoclassico e impero. L'ampiezza delle volte, la raffinatezza dei capitelli, la delicatezza dell'elemento decorativo paiono conferire spazio e voluminosità a un ambiente di per se stesso raccolto e apparentemente anche angusto. Proprio per queste sue caratteristiche essenziali l'Addolorata differisce dagli altri due edifici di culto del capoluogo, la Chiesa Madre e quella del Rosario.
Un pregio fondamentale è rappresentato anche dalla linearità in cui è contenuto l'elemento stilistico in cui il “phatos” descrittivo, pur curatissimo nella forma e nei particolari, non sfocia mai nell'opulenza barocca o nella ridondanza decadentistica. Pura nella sua ispirazione neoclassica la Chiesa fa trasparire infatti un gusto di semplicità meditativa tipicamente medievale, caratteristica che si cementa alla perfezione con le radici strutturali che sono all'origine dell'intera Mosciano.

Chiesa

I migliori pregi artistici della Chiesa dell'Addolorata vanno comunque colti nei quadri e negli affreschi. Tre i quadri, tutti ad opera del pittore teramano Gennaro Della Monica che li dipinse tra il 1874 e il 1876. Raffigurano S. Gaetano della Provvidenza che fa l'elemosina sul sagrato di una chiesa, S. Andrea Avellino colto da malore mentre sta per celebrare la S. Messa e la “Contemplazione di Maria del suo morto Figlio Gesù deposto dalla Croce”, un vero gioiello d'arte, giudicato, per consenso unanime dei critici, il capolavoro dell'artista. Squisito senso cromatico, delicatezza delle forme, limpidezza, sensibilità psicologica e perfetta padronanza di una tecnica che risente fortemente dei grandi maestri rinascimentali restano le caratteristiche peculiari del pittore teramano.

Chiesa

Accanto ai quadri del grande maestro vanno posti gli affreschi del pittore ferrarese, ma romano di adozione, Prospero Piatti artefice, tra il 1891 e il 1894, sia delle Quattro eroine dell'Antico Testamento – Debora, Ester, Giuditta e Sara – dipinte sui pennacchi della cupola, sia del trittico “Adorazione della Croce” che campeggia con la sua soavissima luminosità lungo tutto l'abside e che va considerata un'opera di eccellentissimo pregio quali ben poche se ne riscontrano in tutto l'Abruzzo teramano. La soffice armonia dell'insieme e la soffusa dolcezza delle figure rappresentano le qualità di maggior rilievo che s'impongono all'occhio di chi osserva.
Eppure tale edificio sacro non è stato finora confortato da una sufficiente letteratura storica e critica rimanendo per questo, a più di 180 anni dalla sua fondazione, un monumento tutto da scoprire e valorizzare. Potenzialmente i suoi pregi artistici non possono essere messi in discussione e non temono l'analisi della più attenta, competente e disinteressata disanima critica.

Pianta della Chiesa

Prima di procedere però a una vera e propria opera di valorizzazione, occorre che la Chiesa venga ulteriormente restaurata, dopo i lavori eseguiti verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso, con mezzi e materiali più idonei in quanto di nuovo l'usura del tempo sta minando le sue deboli strutture rendendo inutili i lavori allora effettuati. Una provvidenziale e tempestiva serie di interventi radicali restituirebbe così finalmente dignità e splendore ad un monumento che rappresenta uno dei capitoli fondamentali del patrimonio artistico di Mosciano Sant'Angelo e dell'intera provincia di Teramo.

Prof. Gabriele Rosini OESSG
Priore della Confraternita