Sicuramente l'origine del sodalizio, se non ancora come vera e propria confraternita, ma almeno come pia associazione, è di molto anteriore al riconoscimento ufficiale da parte di Sua Maestà Ferdinando I Re delle Due Sicilie. E' lecito supporne l'esistenza già nel corso del Seicento se si fa riferimento, ad esempio, ai versetti cantati dagli angioletti e soprattutto al Canto della Veronica, nella Processione pomeridiana del Cristo Morto, di innegabile impronta barocca. Del resto tale aggregazione, molto prima dell'erezione della chiesa, possedeva un altare nella chiesa madre dove già, di certo, era esposta alla venerazione dei fedeli la statua di delicata fattura della Vergine Addolorata cara anche oggi a tutti i moscianesi.

Confraternita

A provarne storicamente per la prima volta l'esistenza è un documento del 1749, ricordato anche da Gaetano Zenobi nel volume “Mosciano Ieri – Oggi”, in cui appare un beneficio in favore del sodalizio riportato nel catasto onciario. Il 22 maggio del 1822 all'erigenda confraternita, per autorità di Fr. Stefano Antommarchi dell'Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria, Vicario Apostolico Generale, con ufficiale diploma, venivano concesse le indulgenze accordate in diversi tempi dai romani pontefici. Solo il 2 maggio 1823 però la Confraternita veniva eretta a carattere laicale con Real Decreto di Sua Maestà Ferdinando I di Borbone Re delle due Sicilie che all'art. 1° così recita: E' approvata l'erezione di una Congregazione sotto il titolo della Beata Vergine de Sette dolori nel Comune di Mosciano, secondo le regole annesse al presente Decreto.

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Il 27 luglio dello stesso anno, nella sacrestia della Matrice Chiesa, furono elette le cariche della Confraternita: a quella di Rettore Ecclesiastico il sac. Don Vincenzo Pompizj, a quella di Priore il sig. don Gaetano Derospis, a quella di Tesoriere il sig. don Francesco Pompizj e a quella di segretario il sig. Alessandro Cavaceci. A svolgere le mansioni di sacrestano fu chiamato il sig. Marcello Rossi. Lo zelo dei priori, dei rettori e dei confratelli tutti che caratterizzerà sempre il carisma del sodalizio spingerà la confraternita, nel breve spazio di due anni, a pensare alla realizzazione di una chiesa propria in onore di Maria SS. Addolorata. Il 14 dicembre 1825 furono ufficialmente redatti gli atti con i quali venivano donati un orto e una casa dal sig. Francescantonio Rossi e un'altra casa dai fratelli Francesco e Vincenzo Pompizj nel borgo detto della SS. Annunziata per la costruzione di una chiesa con tre altari il maggiore de quali verrà dedicato al culto della SS. Vergine de Sette dolori ed i due laterali ai protettori S. Gaetano T(h)iene e S. Andrea Avellino, giusto il disegno di già formato dall'architetto sig. don Federico Dottorelli.
Si dovrà attendere però la fine del 1828 o i primi mesi del 1829 perchè i lavori venissero avviati e il 23 maggio 1841 perchè la chiesa fosse benedetta per ordine dell'ill.mo e rev.mo ordinario monsignor vescovo aprutino don Alessandro Berrettini. Già però, a seguito del Diploma del Priore Generale dell'Ordine dei Servi di Maria del 27 febbraio 1841, la Confraternita era stata autorizzata a trasferirsi dalla Chiesa Parrocchiale alla propria chiesa eretta in onore della Beata Vergine dei Sette Dolori. Nella storia quasi bicentenaria della nostra Confraternità mai è venuta meno la devozione alla Madona Addolorata per il cui tramite il Signore Crocifisso ha dispensato e dispensa grazie. Tale devozione ha alimentato la forza d'animo dei Priori, dei Rettori e dei confratelli e delle consorelle che si sono avvicendati in questo cammino di fede e di carità. Come non tenere viva la memoria, ad esempio, oltre i nomi ricordati, di Angelo Scarazza, don Pasquale Ventilj, Silvio Londrillo, Francesco Massi, il sacrestano Giuseppe Martini e la devotissima consorte Ida, Antonio De Deo, Antimo Massi e dei sac. Don Ercole Marcacci e don Nicola Di Matteo e di tanti altri fino al priore, predecessore di chi scrive, Pasquale Mastrilli e all'indimenticabile Graziella Massi (za Ziell') che tanto impegno ha profuso soprattutto nei preparativi della Processione pomeridiana del Cristo morto, insegnando a intere generazioni di fanciulli e fanciulle i versetti dei simboli della passione e a tante giovinette il canto alto e struggente della Veronica.

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Come, in aggiunta, non ricordare l'amatissimo don Giuseppe Picchini, parroco per più di un trentennio in questa nostra parrocchia di S. Michele Arcangelo, innamoratissimo della Vergine Addolorata e assistente ecclesiastico della Confraternita, per iniziativa del quale, visti gli scarsi risultati di ottenere contributi dagli Enti preposti per il restauro della chiesa, fu aperta una sottoscrizione per raccogliere fondi al fine di procedere speditamente negli interventi strutturali e artistici che non potevano ormai più attendere.
Noi che abbiamo raccolto l'eredità di questi degni e operosi antenati, dobbiamo proseguire la loro opera e attingere agli esempi di devozione e fiducia, in loro mai venuti meno, affinchè l'antico culto della Madre dei dolori si rianimi e sopravviva, sostenendoci e spingendoci a guardare avanti con rinnovato coraggio e speranza, specie in questo tempo buio e difficile, verso la luce raggiante del Cristo Risorto.

Prof. Gabriele Rosini OESSG
Priore della Confraternita